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Giappone sovraffollato, boom di turisti sul Monte Fuji: troppe persone in vetta ed ecosistema a rischio

Come a Venezia, anche il Giappone sta sperimentando l’overturism. Sul Monte Fuji ogni anno si assiste a code di bus per salire e ingorghi di persone sui sentieri. I rifiuti trovati lungo il percorso crescono sempre più, così come l’anidride carbonica nella zona. Le istituzioni, intanto, stanno pensando a come arginare in modo efficace il fenomeno.
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Evelyn Novello 13 Settembre 2023

L'iconico vulcano giapponese potrebbe subire la stessa sorte di Venezia: il contingentamento dei turisti. Domenica 10 settembre si è concluso il periodo dell'anno in cui è possibile visitare il Monte Fuji e il bilancio di quest'anno parla chiaro, ci sono andate troppe persone e i problemi che ne possono scaturire sono sia di tipo ambientale che di incolumità per gli stessi avventori. I sentieri stretti del monte, così affollati, possono diventare un pericolo ed è per questo che l'amministrazione regionale sta pensando ad alcune misure restrittive per regolare l'afflusso di turisti che negli ultimi sei anni è più che raddoppiato.

L'overturism in Giappone: i numeri

Il Monte Fuji, con i suoi 3.776, è la montagna più alta del Giappone ed è considerata sacra dalla popolazione locale. Soprattutto dal 2013 in cui il Monte è stato consacrato patrimonio Unesco, la tappa è diventata molto ambita anche dai turisti stranieri che, dopo la riapertura dei viaggi internazionali post pandemia, hanno fatto del Paese del Sol Levante una meta imprescindibile. E così, nonostante il percorso al Monte sia fruibile solo per due mesi, quelli estivi, ogni anno la località richiama milioni di persone attratte anche dalla facilità della salita, adatta ai principianti.

Secondo l’amministrazione della prefettura di Yamanashi, i visitatori che arrivano alla stazione escursionistica di Gogome, dove si ferma più del 90% delle persone, sono passati da due milioni nel 2012 a oltre cinque milioni nel 2019. Sono aumentate anche le persone che arrivano in vetta: nel mese di luglio di quest'anno sono stati registrati circa 65mila escursionisti, il 17% in più rispetto al 2019, anno in cui già si ventilava l'idea di attuare misure di contingentamento.

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I rischi del sovraffollamento sul Monte Fuji

Come spesso accade dei luoghi presi d'assalto dai turisti, il congestionamento delle strade e dei mezzi di trasporto locali appare quanto mai evidente. Le stazioni lungo il percorso del Monte Fuji sono raggiungibili da auto (esclusivamente elettriche) e bus, fatto che crea ormai da anni lunghe code di mezzi, ma anche i sentieri percorribili a piedi non se la passano meglio. Il numero di principianti che prova a fare la salita, spesso senza preparazione e attrezzatura adeguata, è aumentato drasticamente e ciò ha comportato, da una parte, ingorghi che rallentano il flusso, e, dall'altra, richieste di soccorso per malesseri.

Ma più persone significa anche più rifiuti e inquinamento. Le associazioni di volontari non riescono più a tenere puliti servizi igienici e sentieri, solo tra il 2004 e il 2018 sono state raccolte 850 tonnellate di rifiuti. Il continuo passaggio di bus ha, inoltre, contribuito ad alzare in modo preoccupante i livelli di anidride carbonica nell'aria.

Per porre un freno all'overturism, il governo aveva già stabilito un tetto massimo di 4mila escursionisti al giorno ma l'assenza di cancelli o barriere impedisce di verificare davvero il numero degli ingressi. In quest'ultimo periodo sono state avanzate altre soluzioni per risolvere la questione: il governatore della prefettura di Yamanashi, Kotaro Nagasaki, ha proposto di vietare il passaggio ad auto e bus, istituendo al loro posto una ferrovia con un biglietto di 10mila yen, che possa far desistere i turisti. Kiyotatsu Yamamoto, esperto di parchi nazionali e del Monte Fuji dell’Università di Tokyo, ha pensato di permettere l'accesso solo a chi ha prenotato un parcheggio o un soggiorno in uno dei nove rifugi presenti. La speranza è che prima della prossima stagione estiva, siano state applicate misure adeguate.